Conférence de Pierre Pasquini
Machiavel et la méchanceté
Le machiavélisme est généralement entendu comme une conduite lors de laquelle la cruauté et la trahison sont employées pour arriver à ses fins, sans considérations morales. Comme Machiavel l’écrit au chapitre VIII du Prince : « Ammazare i suoi citadini, tradire gli amici, essere senza fede, senza pietà, senza religione ». Serait-ce une apologie de la méchanceté ? Machiavel n’est pourtant pas l’inventeur du machiavélisme. Il suggère, certes que «del male è lecito dire del bene», mais la frontière entre le bien et le mal n’est pas abolie. La cruauté qu’il décrit se situe dans un contexte précis, ce qu’on oublie souvent. Entre Machiavel et le machiavélisme, le lien est plus subtil qu’on ne pourrait penser.
Machiavelli e cattiveria
« Ammazzare i propri cittadini, tradire gli amici, essere senza fede, senza pietà, senza religione » (Principe, VIII). Ecco il machiavellismo, come viene generalmente inteso: un atteggiamento per cui il fine giustifica i mezzi, segno di una profonda cattiveria. Gli esempi non mancano nell’opera di Machiavelli. Ma non è l’inventore del machiavellismo. Certo, suggerisce che «del male è lecito dire del bene», ma la crudeltà che descrive sta in un contesto ben preciso, a volte dimenticato. La sua opera mostra che, tra Machiavelli e il machiavellismo, il legame è più sottile di quanto si possa pensare.
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